photography

un visionario
Studiavo architettura alla facoltà di Firenze quando una cara amica mi fece provare la macchina fotografica di suo padre; fu amore a prima vista.
Guardando attraverso il mirino mi sentii come un regista che può orientare l'obiettivo per scegliere l'inquadratura migliore e raccontare la sua realtà, o solo una parte di essa: provai la magia di idealizzare un pensiero e renderlo "immagine"; come diceva Diane Arbus, "ci sono cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate". Sentimenti, emozioni e rifessioni scaturiscono sempre dalla visione di un'immagine perchè l'atto del vedere connette la realtà esteriore con quella interiore.
Prima ancora di imparare a fotografare, la fotografia mi ha permesso di conoscere me stesso; in quello che inquadro trovo la mia percezione della realtà. Fotografo ciò che mi emoziona.
Per questo credo di raccontare il visibile ma anche l'invisibile; mettere in relazione il dato oggettivo con quello soggettivo; raccontare, per ricordare e non dimenticare la sensazioni di un'attimo.
Per qualcuno più famoso di me, "la fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare"; se, quindi, con una mia foto sarò riuscito a farvi lavorare di fantasia e immaginazione, confondendo la vostra anima e sollecitando quell'insieme di sensazioni di piacere che Leopardi chiamava "doppia visione", allora saprò di avervi regalato un pò di felicità, come la fotografia ha fatto con me.